Castello di Monsanto
Barberino Tavarnelle
Fabrizio Bianchi
Se Castello di Monsanto è da lungo tempo un punto di riferimento, uno dei grandi classici di questa regione, è perché le fondamenta di questa azienda poggiano materialmente sulla roccia e spiritualmente su un patrimonio di valori non meno solidi di questa. I vini del Castello di Monsanto hanno una personalità distinta e si caratterizzano per la loro eleganza, la grande struttura e la loro indiscussa longevità. Questo profilo chiaro e distinto, la sembianza definita e costante nel tempo , permette a questi vini di narrare della loro terra col timbro livido del suo frutto. La storia dell’azienda la scrive , vendemmia dopo vendemmia , la vigna storica de “ Il Poggio” , primo cru mai prodotto in Chianti Classico prima del 1962.
Famiglia Bianchi
La famiglia Bianchi è il nucleo intorno al quale Castello di Monsanto è nata, è cresciuta e ha attraversato più di mezzo secolo tracciando un solco profondo nella storia del Chianti Classico. La proprietà , risalente al 1700 , fu acquistata nel 1961 da Aldo Bianchi , ma è attraverso la visione e la passione per la viticultura del figlio Fabrizio che negli anni 60 e 70’ diventa un punto di riferimento della Denominazione. Nel 1989 Laura Bianchi, figlia di Fabrizio , decide di affiancare il padre nella gestione dell’azienda , facendo delle rivoluzioni di Fabrizio le sue tradizioni, da sempre convinta dell’importanza di proteggere , tutelare e valorizzare tutto il sapere e la memoria tramandati da generazioni.
Fabrizio Bianchi
Proprietario
Laura Bianchi
Proprietaria
Nel 1967 Fabrizio Bianchi individua un appezzamento all’interno della proprietà dalle caratteristiche di terreno ed esposizione , perfetto per la crescita del Sangiovese : Fabrizio ha già chiara l’intenzione di far capire l’immenso valore del Sangiovese in purezza, a quei tempi sempre e solo impiegato nel Chianti Classico in uvaggio con altre varietà. L’impianto parte nella primavera del’68 , nasce il Vigneto Scanni a 290 mt. slm, 2.50 ettari , su terreno di puro galestro con esposizione sud-ovest e 3500 piante per ettaro. La prima vendemmia avvenne nel 1974 e Fabrizio , innamorato del Sangiovese , decise di chiamare il nuovo vino con il suo nome unito all’antico nome di questo vitigno. Ancora oggi in cantina , nell’archivio storico, riposano le prime annate di questo vino , testimoni della sua grande longevità e delle bellissime evoluzioni del Sangiovese col passare del tempo.